Barra dritta seguendo due fari: la Costituzione e la legge italiana e le disposizioni del Csm che da essa derivano, dialogo aperto e franco fino a quando non si decide, nessun processo e nessuna indagine si ferma perché l’obbligatorietà e l’irrinunciabilità all’azione penale non sono in discussione.
Si è presentato così nel suo primo discorso alla magistratura palermitana da neo procuratore di uno degli uffici inquirenti più difficili del Paese, Francesco Lo Voi, nominato dal Csm lo scorso 17 dicembre e insediatosi oggi ‘in gran fretta’ dopo che il procuratore generale di Palermo Roberto scarpinato aveva dato parere favorevole al possesso anticipati dell’ufficio ed il Ministro aveva firmato ieri la sua nomina.
Francesco Lo Voi si è insediato nel corso di una udienza pubblica (GUARDA LE FOTO), come stabilisce la legge, davanti alla I sezione del tribunale di Palermo, presieduta per l’occasione dal primo presidente Leonardo Guarnotta, uno dei magistrati storici di Palermo.
Il procuratore della pacificazione doveva essere e vuole essere. Nonostante la sua nomina si sia portata dietro grandi scontri (è giunta a maggioranza scavalcando ex aggiunti di Palermo al tempo di Caselli ed oggi procuratori di peso come Sergio Lari oggi procuratore di Caltanissetta e Guido Lo forte procuratore di Messina) lui sembra intenzionato a perseguire proprio la pacificazione della procura.
Se Lari e Lo Forte annunciano ricorso contro la nomina di Lo Voi, gli uomini e le donne dell’associazione magistrati si stringono intorno al nuovo procuratore, fanno quadrato e danno indicazioni precise sull’esigenza di spegnere subito le polemiche come gli chiedono tutti. lo ha fatto anche lo stesso presidente Guarnotta nel stringergli la mano dopo la firma di insediamento augurandosi che riporti un clima sereno all’interno della procura di Palermo.
“A Palermo non ci sono veleni – ha detto Lo Voi – non ci sono e non ce ne saranno. perché a Palermo ci sono magistrati altamente professionali e Capaci. Se veleni ci sono sono fuori da qui e noi ce li faremo scivolare addosso”.
Barra dritta, dunque, e indicazioni precise “La procura di Palermo sarà una squadra sana nella quale il metodo di lavoro sarà il confronto, franco aperto e leale. Un confronto di opinioni che vedrà certamente anche momenti di dissenso ma questo non sarà mai scontro o veleni. Il confronto è positivo e dura fino a quando non si giunge a decidere”.
“Non ci saranno magistrati di serie A e di seri B. Non può esistere una simile divisione. Ci saranno magistrati capaci e competenti che lavoreranno per i cittadini” Lo Voi ha, poi, lanciato i suoi segnali ai cancellieri “fondamentali, capaci ed entusiasti” che gli hanno risposto con un grazie urlato ed un applauso in piena udienza, ed alle forze dell’ordine alle quali si è rivolto con parole precise “I Pm hanno un compito assegnatogli dalla legge ma sulla strada state voi. Da noi avrete sempre disponibilità, aiuto e consiglio ma da voi ci aspettiamo disponibilità, aiuto e consiglio”
Insomma indicazioni precise, mano ferma ma sulla strada del dialogo e della pacificazione della procura. Una pacificazioni ed operatività nella quale non sarà solo.
Una indicazione forte quella venuta dalla presenza a Palermo di Franco Roberti. Il procuratore nazionale antimafia ha dovuto faticare non poso per trovare un posto in aereo da Roma a Palermo in questi giorni di festa ma era qui a portare il suo saluto al magistrato ed all’amico “Oltre che al procuratore di Palermo, ufficio difficile nel reggere il quale – ha detto – avrà oltre la stima tutta la collaborazione della Direzione nazionale antimafia”.
L’antimafia, dunque, è con Lo Voi. E non si tratta dell’unico segnale arrivato. A chiedere alla corte di insediare il procuratore Lo Voi è stato, come di rito, il procuratore aggiunto facente funzioni Leonardo Agueci per il quale “Si sentiva l’esigenza a Palermo di una guida forte ed autorevole come quella di Franco Lo Voi”.
Ma collaborazione viene promessa anche dagli avvocati per bocca del presidente del collegio di Palermo, l’avvocato Greco. Avvocati che secondo il neo procuratore “sono importante parte del sistema perché non difendono solo l’imputato ma spesso difendono le vittime e contribuiscono al sistema giustizia”.
Franco Lo Voi mastica legge praticamente dalla culla. Avvocato, infatti, era il padre, magistrato è anche la moglie. E lui a Palermo, prima di lasciare la Sicilia per il Csm, per altri incarichi e da ultimo per Eurojust, di antimafia ne ha fatto parecchia. C’è la sua firma, come ha ricordato lo stesso Agueci, nei verbali di interrogatorio di pentiti importanti nella storia della lotta a Cosa Nostra come La Barbera, Di Maggio, Di Matteo.
Sue indagini come quella sulla strage di Capaci o sull’omicidio di Ignazio Salvo. Ha rappresentato l’accusa a carico di Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca. In secondo grado è stato l’accusatore pubblico nel processo per l’omicidio di don Pino Puglisi. In Eurojust, ha coordinato riunioni sul traffico internazionale di stupefacenti, reti pedo-pornografiche e sui grandi casi di criminalità organizzata.
In magistratura dal 1981, è stato dapprima pretore a Sanluri, poi giudice a Caltanissetta. Nel 1986 pretore a Palermo, nel ’90 pm assegnato alla Dda sempre a Palermo.
Tra il 2002 e il 2006 è stato togato del Csm: rientrato in ruolo, è stato prima sostituto Pg alla Corte d’appello di nuovo a Palermo, poi in Cassazione, fino al suo passaggio ad Eurojust nel 2010.
L’era Lo Voi alla procura di Palermo è iniziata. Ai giornalisti non ha voluto rispondere e a tutti ha detto “ci vediamo nel 2015″