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“Nomos Jazz Festival”, a Palermo Goldings, Bernstein e Stewart

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Il nomos jazz festival ospiterà a Palermo giovedi 15 Gennaio 2015 alle ore 21:30, presso il Teatro Golden, il trio composto dai celebri musicisti Goldings, Bernstein e Stewart.

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Questa è musica in cui ci si può buttare dentro, perchè ci accoglie nel suo letto caldo di suoni. E quando sei al suo interno puoi godere di numerosi piccoli dettagli, particolari che sono il risultato di 25 anni di collaborazione tra questi tre musicisti che sono tra i migliori nei loro rispettivi strumenti.

L’organista Hammond e pianista Larry Goldings, il chitarrista Peter Berstein ed il batterista Bill Stewart compongono una squadra straordinaria. All’interno della loro esibizione troverete tutto ciò che il tradizionale “organ-trio” ha da offrire, groove entusiasmanti e suoni ricchi, saporiti e sontuosi.

I biglietti, al prezzo di € 22,00 inclusi diritti di prevendita, sono acquitabili presso il circuito di biglietteria Tick’s, sia sui punti vendita, consultabili sul sito ticksweb.com, sia online attraverso il seguente link.


“Natale fuori dal comune”, a Palermo la mostra su Sergio Tofano

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Sarà inaugurata domani, martedì 23 dicembre, alle 18, nei locali dell’Associazione Flavio Beninati (in via Quintino Sella 35 a Palermo), nell’ambito della rassegna “Natale fuori dal comune”, la mostra su Sergio Tofano intitolata “Tofano e Bonaventura” a cura di Manfredi Beninati, con il contributo della professoressa Antonella Ottai e di Gilberto Tofano e con la collaborazione di Carla Garofalo e Maria Romana Tetamo.

Quella di Sergio Tofano (Sto) è una figura tra le più poliedriche e complesse del panorama artistico della prima metà del 900, essendosi mosso con disinvolta maestria tra palcoscenici, teatri di posa e sale di registrazione, scrittura, illustrazione e fumetti. Il suo nome è soprattutto sinonimo di Signor Bonaventura.

La mostra (curata da Manfredi Beninati con la supervisione della professoressa Antonella Ottai e il contributo di Gilberto Tofano) vuole rendere un’idea il più possibile completa dell’universo Sto. Pur con il poco, pochissimo materiale oggi reperibile, si è cercato di costruire un percorso di facile lettura sia per gli adulti che per i più piccini, strutturando la mostra in tre sezioni.

1) Contesto storico: una prima, piccola sezione è dedicata ad una veloce descrizione del contesto storico/artistico in cui si sviluppò l’immaginario tofaniano. 2) Tofano attore e regista, scrittore, illustratore, trasformista: fotografie di scena, filmati e registrazioni audio, libri di narrativa ed illustrazioni, ritratti fotografici, incisioni e una serie di matite (eseguite da Beninati, così come due piccoli busti in terracotta), rendono un’idea del personaggio Tofano. 3) Bonaventura: Nella sezione dedicata al Signor Bonaventura sono, invece, esposti i fumetti dal Corriere dei Piccoli in originale, i libri, una copia fedele del famoso costume bianco e rosso, una serie di sculture (eseguite da Carla Garofalo), due animazioni in 3D di Marco Bigliazzi e svariati altri cimeli. La mostra è accompagnata da un opuscolo di 16 pagine con testi di Antonella Ottai e Gilberto Tofano.

Inoltre, durante il periodo natalizio, per i più piccini, saranno tenuti dei laboratori creativi a tema, condotti da Maria Romana Tetamo e Carla Garofalo presso la vicinissima Libreria Dudi (via Quintino Sella 71). La mostra resterà aperta fino a fine febbraio, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 e anche nei festivi su prenotazione inviando una email a info@flaviobeninati.net. Ingresso con contributo di 5 euro. Ingresso libero il giorno dell’inaugurazione.

Sempre domani, nell’ambito della rassegna “Natale fuori dal comune”, nei locali dell’Associazione Flavio Beninati (in via Quintino Sella 35), alle 10 è in programma “(R)accogliamo i vostri libri”: sarà illustrata l’attività e il programma della Biblioteca Flavio Beninati e chiunque potrà donare i propri libri, che verranno inseriti nel catalogo della stessa Biblioteca.

Alle 11, presentazione della Mappa letteraria della città di Palermo, spiegata e illustrata su internet da Giuseppe Macaluso, referente applicativo della Sispi spa.
La Mappa letteraria è stata realizzata da Sispi spa e dalla Biblioteca Comunale di Palermo, in collaborazione con il quotidiano “La Repubblica”. È nata da un’idea di Filippo Guttuso, Mario Rubino e Anna Maria Ruta ed è una raccolta ragionata di citazioni, o ambientazioni, di opere letterarie che vedono protagonista uno dei punti della città. La citazione è accompagnata da una raccolta fotografica diacronica.

Si tratta di una serie di interconnessioni e informazioni su quei punti della città e del territorio limitrofo che sono contemplati nelle pagine dei romanzieri, poeti e viaggiatori. Navigando tra le citazioni si scoprirà ad esempio quella di Tomas Mann nella “Montagna incantata” che fa riferimento anche ai corridoi sotterranei del Cappuccini! La citazione è “geo-referenziata” su google maps. La navigazione è possibile per periodo storico, quello in cui è ambientato il riferimento, ma anche per genere letterario: fiction, memorie, resoconti di viaggio ed epistolari.

Alle 15.30, 2° itinerario letterario “Il Natale arabo-normanno” (sincretismo e integrazione), a cura dello storico e scrittore Emanuele Drago. Il percorso partirà dalla sede dell’associazione Flavio Beninati di via Quintinio sella 35: sarà una passeggiata di circa due ore che avrà come scopo la valorizzazione del percorso Arabo-Normanno di Palermo, all’interno di una dimensione narrativa che predilige gli autori e poeti palermitani e siciliani del XIII° secolo.

Palermo, all’Orto Botanico la mostra “I presepi dei cinque continenti”

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All’Orto Botanico di Palermo (via Lincoln 2) da oggi a martedì 6 gennaio 2015, nell’ambito delle attività del periodo natalizio patrocinate dall’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, avrà luogo la mostra “I presepi dei cinque continenti”, organizzata dall’Associazione Settimana delle Culture in collaborazione con Lo Stato dell’Arte. L’inaugurazione della mostra è in programma lunedì 22 dicembre alle 16:30. Ingresso libero.

In mostra nella Sala Tineo centinaia di presepi della collezione privata di Adriano Sinibaldi, provenienti da decine di nazioni di diversi continenti e realizzati in materiali differenti (conchiglie, cartapesta, terracotta, sughero, corda, legno, ceramica, vetro, gesso, pietra etc.).

Sarà altresì esposto un grande presepe interamente realizzato dall’artista dell’Arenella Agostino Prestigiacomo con corde, cime e nodi marinari.

L’obiettivo della mostra è quello di mantenere viva la tradizione del presepe e di porre l’attenzione sugli aspetti storici, religiosi, culturali, etnografici ed antropologici che stanno alla base di questa importante tradizione, ma anche di avvicinare ai temi della fratellanza, della solidarietà, della pace e dell’accoglienza, comune a tutte le culture e religioni, i cittadini palermitani sia appartenenti ai paesi dell’Unione Europea sia alle comunità di extracomunitari residenti in città.

Orari: dal 23 dicembre al 6 gennaio, tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 17 (chiusura 25 dicembre e 1 gennaio). Ingresso libero.

Lotta per non farsi scippare la borsa Ladro fermato in via Ughetti

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Un ‘attacco’ fulmineo ed un’altrettanto fulminea reazione della vittima predestinata. e’ finito con l’arresto del malvivente un tentato scippo in via Ughetti, nei pressi dell’ospedale Civico di Palermo.

Stefano Fancetta, 43enne pregiudicato di Ballarò è stato arrestato dalla polizia grazie al pronto intervento ed alla collaborazione della sua vittima e dei passanti.

Il tentato scippo si è consumato in pochi attimi ai danni di una donna in auto. Ferma ad attendere qualcuno la donna, dopo aver cercato qualcosa in borsa, aveva spostato la stessa borsa verso il sedile del passeggero. Fulmineo l’ ‘attacco’ di Fancetta che afferrava la borsa ma non si aspettava la reazione della malcapitata che, a sua volta, afferrava i manici e resisteva a lungo allo scippo dando il tempo ai passanti di chiamare il 113 e segnare la targa dell’auto con la quale l’uomo si dava alla fuga.

Descrizione e targa permettevano alla polizia di risalire a Fancetta. Giunti a Ballarò sotto casa c’era l’auto descritta con il motore ancora caldo. Entrati nell’abitazione questa appariva deserta ma bastava poco ai poliziotti per trovare il pregiudicato, ansimante e sudato, nascosto sotto il letto per tentare di sfuggire alla cattura.

L’uomo è stato arrestato e la borsa recuperata poco dopo su indicazione dello stesso Fancetta che, dopo un goffo tentativo di negare, ha ammesso le proprie responsabilità ed indicato la refurtiva.

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Borseggio in diretta video sul bus 389

Due rapine nel giro di poche ore Presi di mira Eurospin e Ferdico

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Tre uomini incappucciati e armati di pistola hanno rapinato ieri l’Eurospin di Partanna Mondello intorno alle 19,30. Sotto la minaccia delle armi si sono fatti consegnare dagli impiegati circa mille euro, ovvero tutto l’incasso.

Uno dei clienti, terrorizzato, si è allontanato ed ha avvertito il 113 dando anche la targa dell’auto dei malviventi, un’Opel astra, ma quando la polizia è arrivata i ladri erano già fuggiti. L’auto era stata rubata e poi è stata ritrovata poco dopo dai carabinieri.

Sempre ieri un’altra rapina è stata messa a segno nel punto vendita di Ferdico in via Simona Cuccia a Palermo. In questo caso i banditi non erano armati,  hanno legato gli impiegati e li hanno rinchiusi in bagno. Poi hanno scassinato la cassaforte del negozio  scassinandola rubando tutto quello che c’era dentro.

 

Incendiato furgone dell’ufficio tecnico del comune di Partinico

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I vigili del fuoco sono intervenuti a Partinico, per spegnere l’incendio che ha distrutto un Furgone Fiat Fiorino dell’ufficio tecnico Comunale.

Le fiamme sono divampate in contrada Bisaccia dove si trovava posteggiato il mezzo. Le indagini sono condotte dal commissariato di Partinico.

Natale con la coltivazione di droga Arrestati due fratelli a Palermo

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I Carabinieri della Stazione Acqua dei Corsari a Palermo hanno arrestato due fratelli di 26 e 20 anni per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e furto. Sono ritenuti responsabili della creazione di una coltivazione di 28 piante di cannabis indica realizzata in una serra nascosta in un magazzino in via Sacco e Vanzetti a Palermo. I due fratelli avevano allacciato abusivamente l’impianto della serra alla rete elettrica cittadina.

LE FOTO DEI DUE FRATELLI

Durante la perquisizione, estesa anche alle abitazioni dei fratelli, sono stati trovati e sequestrati 60 grammi di marijuana, 40 grammi di hashish, materiale utile al confezionamento, due tritaerbe, semi da trapiantare ed una pistola scacciacani priva del tappo rosso.

La piantagione era dotata di quattro lampade alogene, due fari elettrici, un areatore per purificare l’aria, un deumidificatore e due ventilatori.

La serra nelle fondamenta Ecco cosa c’è sotto lo Zen

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Un vero e proprio bunker ricavato nelle fondamenta dei palazzi di via Agesia da Siracusa nel quartiere Zen di Palermo. Raggiungibile attraverso uno stretto cunicolo al quale si accedeva da una porta in ferro ricavata all’interno di un box centrale di una palazzina popolare, il bunker era assolutamente invisibile dall’esterno e difficile da trovare.

Lo hanno scoperto i poliziotti del Commissariato san Lorenzo dopo una lunga serie di indagini ed appostamenti. All’interno una vera e propria centrale di produzione, taglio, c0nfezionamento e smercio di droga.

I poliziotti avevano notato durante i servizi di pattuglia e gli appostamenti, un via vai abbastanza chiaro ma non si comprendeva da dove potesse provenire la droga. così è scattata la perquisizione dei garage dell’area ma senza esito. Solo giunti in un garage centrale della via Agesia da Siracusa i poliziotti si sono insospettiti per una porta in ferro nascosta dietro varie vettovaglie, porta che secondo le piante degli immobili non doveva esserci.

E’ stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per forzare i lucchetti ed accedere al lungo corridoio che porta, a fine cunicolo, nel bunker.

La stanza celava al proprio interno un sistema termo-idro-elettrico, costituito da condizionatori, lampade irradianti calore e relativo punto d’approvvigionamento d’acqua, come una vera e propria serra per la coltivazione di piante tropicali.

Inoltre, è stato rinvenuto, all’interno, materiale per il confezionamento (forbici, bilancini, buste di cellophane, spillatrici), sostanza stupefacente del tipo marijuana sfusa contenuta in sacchetti di plastica ed in barattoli di vetro, marijuana già confezionata in dosi singole in cellophane trasparente pronta per la vendita, raccolta in altre buste trasparenti.

Il controllo eseguito lungo tutta l’intercapedine ha permesso anche di scovare sotto le scale d’accesso agli appartamenti del padiglione un piccolo deposito, chiuso da una ulteriore porta in ferro.

I poliziotti con l’ausilio del Vigili del Fuoco sono entrati all’interno anche di quel locale e hanno rinvenuto altra sostanza stupefacente del tipo marijuana sfusa, riconducibile a quella rinvenuta all’interno della vicina “piantagione” e custodita in quattro barattorli di vetro ed in buste di cellophane a loro volta contenute all’interno di due sacchi di plastica.

Sul posto è intervenuto pure personale dell’Enel per interrompere l’allaccio abusivo di energia elettrica che alimentava la piantagione.
Tutto il materiale rinvenuto, nonché la sostanza stupefacente è stato posta sotto sequestro.


Almaviva chiude una sede a Palermo A rischio oltre 2.000 lavoratori

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“Almaviva presenta il conto ai lavoratori. I vertici nazionali hanno comunicato, infatti, che entro giugno 2015 una delle due sedi di Palermo sara’ chiusa e 1.500 lavoratori, quindi, dovranno trovare spazio nella sede superstite, dove risulta scontato che si creeranno nuovi esuberi. Per questo chiediamo l’immediata attivazione di un tavolo istituzionale. Dobbiamo evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro di una fascia di lavoratori giovani che non troverebbe nessuna tutela negli ammortizzatori sociali”.

Cosi’ Giuseppe Tumminia, segretario regionale della Uilcom Uil, che aggiunge: “L’azienda ha confermato la preoccupazione per l’imminente gara della commessa Wind che rischia di creare mille esuberi, a cui si sommano ulteriori 90 lavoratori, a causa del calo di chiamate della commessa Tim. In questi ultimi due anni abbiamo chiesto alle Istituzioni di individuare una sede unica in grado di anticipare azioni di sviluppo nel territorio. Oggi invece riceviamo un segnale che va nella direzione opposta, perche’ la commessa che lascera’ Palermo non tornera’ piu’ in Sicilia. L’azienda – continua Tumminia – ha inoltre comunicato che saranno accolte richieste di trasferimento volontario verso la sede di Catania ma non sono esclusi prossimi trasferimenti collettivi e la possibile societarizzazione di Almaviva”.

Le organizzazioni sindacali hanno indetto assemblee e, dopo il gia’ previsto incontro nazionale giorno 9 gennaio, decideranno le forme di mobilitazione dei lavoratori.

Grande preoccupazione è espressa anche dall’Slc Cgil di Palermo. Tra i punti posti all’attenzione del sindacato, ipotizzato l’accorpamento delle due sedi di via Cordova e di via Marcellini in uno solo dei due siti per ottimizzare costi e spazi; il trasferimento su base volontaria di circa 300 unità part-time da Palermo a Catania; lo spostamento dei 900 Lap di Palermo in una sede separata.

Tre proposte respinte dalla Slc Cgil. “Siamo fortemente preoccupati. Gli annunci di oggi potrebbero aprire uno scenario drammatico per più di 5 mila lavoratori di Almaviva e per le loro famiglie. Parliamo di un numero di lavoratori che supera di due volte quello della Fiat. Quella dei call center è ormai la prima industria siciliana: se si dà corso al piano di ridimensionamento significa decretare la morte dell’azienda. E noi non vogliamo che l’azienda chiuda”, dichiarano il segretario Slc Cgil di Palermo Maurizio Rosso e la rappresentante della segreteria Slc Cgil di Palermo e Rsu di Almaviva Rosalba Vella.

Per quanto riguarda i trasferimenti, secondo la Slc Cgil si tratta dell’”anticamera della chiusura”. “I provvedimenti annunciati non fanno ben sperare – aggiungono Maurizio Rosso e Rosalba Vella – Abbiamo espresso parere negativo anche perché i trasferimenti rispondono alla logica della riduzione dell’attività e del ridimensionamento occupazionale e non c’è dietro nessun piano di rilancio del sito. Il personale dovrebbe scegliere di andare a Catania per lavorare fuori sede e restare in part time? E’ una proposta assurda. Né accettiamo l’idea dell’accorpamento in una sede più piccola. Da qualsiasi parte la si guardi, la società è condannata allo smantellamento della società”.

L’azienda ha annunciato di avere avviato un piano di verifica delle postazioni disponibili per procedere all’accorpamento delle due sedi palermitane in una sede unica. Ma secondo gli accordi, la Regione avrebbe dovuto individuare invece una sede alternativa. Lo ricordano i due rappresentanti della Slc Cgil: “Chiediamo che vengano riprese le trattative per trovare una sede più grande e accogliente e che possa essere trovare spazio nel piano di sviluppo per Palermo l’area dell’Information Technology, che Almaviva gestisce già a Roma. Chiediamo inoltre alla Regione di avviare processi di riqualificazione del personale in questo campo. Nel settore potrebbero trovare posto anche le centinaia di ingegneri che ogni anno sfornano le nostre Università”.

Anche sui Lap, l’Slc teme che la prospettiva di un loro trasferimento in una sede separata sia la premessa per non rinnovare i contratti, della durata mensile. “Temiamo – diconoi due esponenti sindacali – che dietro ci sia sempre il rischio della delocalizzazione. A metà gennaio inoltre scade la gara con Wind: e potrebbero restare senza lavoro altri mille operatori. Sollecitiamo l’intervento delle istituzioni regionali e comunali, del presidente della Regione e del sindaco, dell’assessore regionale all’Economia e dell’assessore alle Attività produttive del Comune, per presentare un piano che dia sviluppo e occupazione e garantisca i posti di lavoro”.

Di nuovo in piazza Sviluppo Italia Sit-in lavoratori davanti al bilancio

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Nuovo sit-in dei 76 lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia, che da oggi ritornano a protestare in piazza con un sit in sotto la sede dell’assessorato all’Economia di via Notarbartolo 17.

Venerdì i sindacati hanno scritto una lettera al presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta chiedendo un incontro, finora mancato. A firmarla sono stati i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil di Palermo Enzo Campo, Daniela De Luca e Mimmo Milazzo, i tre segretari di Fisac Cgil Palermo, Fiba Cisl e Uilca Uil Gino Ridulfo, Piero Cuccuzza e Gino Sammarco e i tre segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone. Una lettera per sollecitare un confronto dopo l’annuncio della Regione, socio unico di Sviluppo Italia Sicilia, di voler liquidare le partecipate con perdite di esercizio registrate negli ultimi tre anni.

L’assemblea dei lavoratori, che sono rimasti senza quattro mensilità, ha dichiarato altri due giorni di sciopero: tre sit-in si terranno tra oggi martedì della prossima settimana tra la presidenza della Regione, l’assessorato all’Economia e la Prefettura. Nelle sede della società, in via Bonanno, martedì si terrà una conferenza stampa alle 10. Nei giorni scorsi i dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia hanno inviato una lettera al Ministero dello Sviluppo Economico chiedendo l’apertura di un tavolo di confronto sulla crisi. Al presidio unitario partecipano anche altre categorie della Cgil, dalla Slc allo Spi.

Solidarietà ai lavoratori di Sviluppo Italia giunge anche dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando “Rivendicano il sacrosanto diritto al mantenimento del livello occupazionale. Nel confermare il sostegno di questa Amministrazione – ha concluso Orlando – l’auspicio è che su questa nuova vertenza tutti possano fare la propria parte per garantire la stabilità anche di questi lavoratori”.

La Tomasello riapre per un giorno La speranza di lavoro parte da qui

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“Senza lavoro non c’è dignità, viviamo ormai in un mondo contraddistinto dall’indifferenza, ciò che deve prevalere è il bene della collettività”.

Ha ricordato così l’emergenza lavoro, l’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo nel corso della messa celebrata stamani, alla presenza dei lavoratori e dei rappresentanti del sindacato all’interno della fabbrica Tomasello a Casteldaccia, organizzata dalla Cisl Palermo Trapani.

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“Un momento – ha detto - per sostenere chi soffre di più soprattutto durante le festività natalizie e per stare vicino, come deve fare la chiesa, a chi non spera più”.

Alla messa hanno preso parte i segretari Cisl Palermo Trapani Daniela De Luca, Cisl Sicilia Mimmo Milazzo e il segretario confederale Maurizio Bernava. “Abbiamo scelto di stare vicini agli oltre 50 lavoratori della Tomasello e a tutti i dipendenti delle aziende in crisi – spiega Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani –, perché vogliamo credere che, pur in un momento cosi buio, possa esserci una possibilità di speranza, di rilancio. Siamo veramente preoccupati, la crisi ha colpito le nostre eccellenze, marchi storici come quello del pastificio di Casteldaccia. Ci auguriamo che le trattative in corso per riaprire la fabbrica possano andare a buon fine, non possiamo accettare la lenta desertificazione che sta colpendo i nostri territori di Palermo e Trapani, vogliamo tutelare i lavoratori ma anche le principali produzioni delle nostre realtà, solo così potremo vedere una via d’uscita”.

Mimmo Milazzo Segretario Cisl Sicilia ha aggiunto “è importante che il settore dell’agroalimentare riparta, è una risorsa fondamentale per il sistema paese e per la nostra economia, bisogna fare di più per evitare di perdere aziende e posti di lavoro, bisogna far ripartire l’economia proprio partendo dalle nostre produzioni”.

Presente anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, “il lavoro è un diritto, dietro ogni posto perso c’è l’angoscia di una famiglia, siamo qui per sostenere un settore così importante come l’agroalimentare che proprio nell’anno dell’Expo dovrebbe vedere il suo rilancio, ci auguriamo che la fabbrica possa riaprire presto”. Alla messa hanno partecipato le famiglie dei lavoratori del pastificio, delegazioni di operai della Keller, di Ansaldo Breda, della formazione.

“Purtroppo – ha commentato Giovanni Tomasello, presidente del marchio storico -, siamo giunti alla dolorosa scelta di chiudere la fabbrica, di firmare le lettere di licenziamento, è stato un momento terribile, speriamo che il futuro riservi la possibilità di garantire i lavoratori e le loro famiglie”.

Nelle parole dell’arcivescovo Romeo le preoccupazioni sulle conseguenze della mancanza del lavoro, “il rischio è cadere nel vizio, aumentano l’uso di alcool e droghe, dilaga il gioco che rovina le famiglie, troppi sprechi nel passato hanno portato a questa crisi, bisogna rimettere al centro della società il bene della persona e della famiglia e quello del Natale è il momento giusto”.

In fabbrica è giunto poi anche il missionario Biagio Conte, per esprimere tutto “il sostegno ad un azienda importante ai suoi dipendenti e a tutti i lavoratori che vivono un momento difficile”.

 

Formazione, tre dipendenti dell’ente Ial Sicilia minacciano il suicidio

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Tre dipendenti dell’ente di formazione Ial Sicilia, in cassa integrazione da gennaio scorso, hanno minacciato di buttarsi dal ponte di corso Calatafimi a Palermo, nei pressi dell’assessorato regionale alla Formazione.

Sono intervenuti i poliziotti della Digos ed i vigili del fuoco. Ci sono anche i vigili urbani che hanno rilevato il tamponamento tra tre auto. I dipendenti dello Ial Sicilia in cassa integrazione sono circa 500.

Sindacati: “Nulla è stato fatto sul fronte della corruzione”

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“Nonostante l’adozione del Piano triennale in cui sono previste misure atte a prevenire il rischio corruttivo, nulla di significativo è stato fatto. Ad esempio, e a fini conoscitivi per i lavoratori, si segnala che, la normativa sull’anticorruzione, pone ad evidenza sia l’aspetto della prevenzione, attraverso misure atte a evitare che il dipendente si trovi davanti un potenziale rischio corruttivo, sia l’acquisizione della competenze in cui il dipendente sia formato per riconoscere che si trovi davanti al pericolo corruttivo, ma attraverso quali misure? Attraverso appositi corsi di Formazione organizzati dalla Amministrazione ,che normativa vuole debbono essere avviati preventivamente e che sono obbligatori per i dipendenti oggetto di rotazione negli uffici ad più alto rischio, e di cui purtroppo il Csa non ha riscontro sulla loro attuazione”.

Lo dicono il segretario provinciale Nicolò Scaglione e il segretario generale del Csa Giuseppe Badagliacca alla luce dell’operazione della polizia Fintares che ha portato all’arresto di quattro dipendenti comunali che facevano sconti sul pagamento della Tarsu e della Tares. “Inoltre nonostante la normativa sull’anticorruzione preveda una relazione annuale contenente le misure attuate per ridurre i rischi corruttivi all’interno del Comune di Palermo a cura del responsabile anticorrutivo da pubblicare nel sito dell’amministrazione comunale e contestualmente da presentare al Consiglio Comunale entro il 15 Dicembre di ogni anno da parte del Responsabile Anticorruzione, ad oggi – aggiungono i sindacalisti – non si rileva nessuna relazione pubblicata in cui si possa intravedere una azione che ponga in primo piano la prevenzione del rischio corruttivo rispetto all’azione meramente punitiva. Infine, per evitare che si ripetano ulteriori episodi che danneggino l’immagine dei circa 7000 dipendenti dell’Amministrazione, si richiede al Sindaco un incontro urgente, al fine di definire un percorso condiviso con le organizzazione sindacali rappresentative che ponga in primo piano l’aspetto preventivo alla lotta alla corruzione, oltre la denuncia di simili comportamenti che rimane compito di ogni cittadino onesto”.

Sequestrati immobili a ‘contabili’ del clan mafioso Mangano

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I militari della Guardia di Finanza di Crema, in collaborazione con i carabinieri della squadra misure di prevenzione della Direzione distrettuale antimafia di Milano, hanno sequestrato quattro appartamenti con le annesse pertinenze, giardino e box, nella disponibilità di due professionisti di origine calabrese legati alla criminalità organizzata, in particolare alla famiglia Mangano.

L’operazione e’ stata eseguita nell’ambito dell’indagine nei confronti degli stessi consulenti fiscali, entrambi indagati per associazione per delinquere di stampo mafioso e sospettati di essere i contabili del gruppo criminale che faceva capo alla famiglia Mangano, che aveva portato, nel luglio scorso, al sequestro di 66 immobili, 59 terreni, tre società e oltre 80 conti correnti per un valore di oltre cinque milioni di euro.

Gli accertamenti patrimoniali condotti dalle forze di polizia sotto la direzione del pm di Milano Alessandra Dolci, hanno permesso di dimostrare come i fratelli Cristodaro siano i reali proprietari di un consistente patrimonio nascosto con una fitta rete di prestanome ed accumulato grazie alla gestione di numerose società dedite alle frodi fiscali. Gli immobili sequestrati, nel Cremasco e nella provincia di Milano, hanno un valore dichiarato, ma notevolmente sottostimato, di circa 400 mila euro ed erano formalmente intestati a persone di fiducia dell’organizzazione criminale.

Sequestro beni a Rosario Castello Ecco l’intero patrimonio

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Vale ben 28 milioni di euro il patrimonio sequestrato al commerciante internazionale di auto di lusso Rosario Castello, dalla Guardia di Finanza. Un patrimonio che non poteva essere acquisito, secondo l’accusa, solo con i proventi della Zeus car, la sua rivendita di autovetture. Castello è accusato di aver procurato auto pulite ai latitanti e di esserne stato fidato prestanome e investitore.

Ecco l’enorme patrimonio che la Finanza ha sequestrato:

• n. 2 società operanti nel settore della vendita di autoveicoli;
• n. 1 società operante nel settore immobiliare;
• n. 2 fabbricati ad uso abitativo siti in Palermo;
• n. 1 fabbricato ad uso abitativo sito in Altavilla Milicia (PA);
• n. 2 fabbricati ad uso commerciale siti in Palermo;
• n. 2 fabbricati ad uso commerciale siti in Misilmeri (PA);
• n. 2 fabbricati ad uso commerciale siti in Villabate (PA);
• n. 2 terreni siti in Villabate (PA);
• disponibilità finanziarie (rapporti bancari, deposito titoli, deposito nominativo, buoni fruttiferi).

Leggi chi è Rosario Castello e di cosa è accusato


Da Villabate a Corso dei mille Sequestrati beni al clan Tinnirello

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Due società operanti nel settore della vendita di autoveicoli, una società immobiliare, tre abitazioni, sei fabbricati ad uso commerciale e due terreni a Palermo e provincia, nonché disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 28 milioni di euro. E’ quanto sequestrato dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Colpito dal sequestro il patrimonio dell’imprenditore Rosario Castello sessantaduenne originario di Villabate (PA), noto per la grande rivendita di automobili Zeus car, condannato nel 1998 dalla Corte di Appello di Palermo per concorso in associazione a delinquere di stampo mafioso, perché ritenuto soggetto “a disposizione” della famiglia di Brancaccio – Corso dei Mille alla quale, nelle sua veste di commerciante di autoveicoli avrebbe procacciato, in passato, autovetture “pulite” da porre nella disponibilità di latitanti, curando inoltre il reperimento di luoghi sicuri per gli incontri degli “uomini d’onore”.

ECCO DA COSA E’ COMPOSTO L’ENORME PATRIMONIO

La “pericolosità” del soggetto è scaturita sia dalle indagini che avevano portato alla cattura del noto latitante Lorenzo Tinnirello e dei soggetti che ne avevano favorito la latitanza. A parlare di lui e del suo clan sono stati i pentiti Pasquale ed Emanuele Di Filippo, Giovanni Drago, Pietro Romeo, Salvatore Spataro e Agostino Trombetta. le loro dichiarazioni sono state, poi, riscontrate in sede investigativa.

Secondo i collaboratori di giustizia si tratta di un fiancheggiatore del sodalizio criminale, tanto da determinarne la responsabilità penale per “concorso esterno in associazione di tipo mafioso”.

Il sequestro eseguito trae origine dalle indagini svolte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, che hanno rilevato un’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati e le numerose acquisizioni patrimoniali e societarie effettuate nel tempo dal nucleo familiare dell’interessato. In particolare, dagli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle, è emerso che le disponibilità economiche che il sessantaduenne dichiarava non avrebbero permesso l’effettuazione dei numerosi investimenti realizzati, tanto da far supporre che il gruppo imprenditoriale sia stato finanziato, almeno in parte, con i proventi derivanti dall’attività delittuosa.

Palermo, la notte di Capodanno riapre lo storico teatro Finocchiaro

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Sprangato da dieci anni, uno dei gioielli liberty di Palermo promette di riaprire le sue porte. E lo farà con un varietà di capodanno che segna la strada del domani: Il Finocchiaro non ripartirà infatti come cinema – come era stato dagli anni ’50 al 2004, con alterne vicende – ma come teatro di intrattenimento, votato al varietà e al café chantant. Qualcosa che mancava in città, ma che probabilmente segnerà la nuova vita del bel teatro liberty di via Roma (civico 184).

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La notte di capodanno. Un “Gran Varietà” di Capodanno, in stile charleston con coreografie, musica anni ‘30, ‘40 e ’50, tra paillettes, pièce di théatre comique, can can e burlesque. degli ANNI 30 – 40 – 50, con il travolgente Can Can e suggestivo
Bourlesque. Con le soubrette Noemi Cannella, Simona Cannella, Floriana Canino, Adriana Salemi, una piccola orchestra – Benny Amoroso (tromba), Giuseppe Ricotta (pianoforte), Luca De Lorenzo (contrabbasso), Sergio Calì (batteria e percussioni) – i vocalist Federica Amoroso e Nonuccio Cammarata, gli attori Stefania Vitale, Katiuska Falbo e Casimiro Alaimo. Costumi di Amalia Lo Pinto, coreografie di Adriana Salemi, direzione musicale di Benny Amoroso. Regia di Katiuska Falbo e Casimiro Alaimo. Cena preparata dallo chef Carmelo Criscione (Petit Café Nobel). Info: 331.8799115 – 091334569.

Il cineteatro Finocchiaro. Venne costruito nel 1922, per volere del cavaliere Emanuele Finocchiaro, industriale del cemento (e infatti il teatro fu usato anche come rifugio antiaereo durante la guerra), su progetto dell’architetto Paolo Bonci, a cui si devono la Galleria delle Vittorie e palazzo Finocchiaro (1926), che era annesso al teatro. Sono gli anni della realizzazione del secondo tronco di via Roma, dato in appalto allo stesso Bonci e a Rutelli, nell’ambito del progetto di risanamento di Felice Giarrusso.

Mille posti in tutto tra platea (500) e palchi, e un magnifico tetto lucernario apribile che permetteva persino di svolgere spettacoli “all’aperto”. Il Teatro Finocchiaro ha un prospetto importante su via Firenze, che probabilmente una volta era l’ingresso principale, in vista di un progetto degli anni Trenta che voleva l’abbattimento delle case attorno per costruire una piazzetta di accesso. Ma non se ne fece più nulla e la via laterale fu destinata all’ingresso in anfiteatro, di coloro che non avevano i soldi per pagarsi un palco. Anfiteatro fornito di suoi servizi separati a seconda che si pagasse un posto 2 lire o 50 centesimi.

Due gli ingressi, sormontati da quattro file di finestre allineate verticalmente. Le parti laterali affiancano quella centrale come due torri e completano il disegno con un sistema di finestre rampanti incorniciate da emicicli con tarsie che riecheggiano a fantasia klimtiane (vedi un rilievo della Soprintendenza del 1983, che definì il Finocchiaro un “monumento di notevole interesse storico artistico” che porterà ad un vincolo nel 1989). E’ un insolito connubio fra teatro all’italiana e teatro wagneriano: pianta trapezoidale con una propaggine rettangolare che un tempo ospitava l’ingresso e, al secondo livello, una tea room, gestita dai fratelli Ciccio e Ciro Scianna. In sala, tre ordini di palchi, un loggione laterale al terz’ordine, e un secondo loggione al quarto. Sul boccascena, quattro file di palchi di proscenio. Le decorazioni, tutte Jugendstil, sono dello scultore Geraci: stucchi, motivi floreali e maschere, fregi lignei fino al tetto. Il teatro è agibile solo per la platea, il palcoscenico non è utilizzato dal 1956. Gli antichi foyer, la sala da tè, gli uffici e gran parte dell’ingresso su via Roma sono occupati da altre attività commerciali.

La storia del Finocchiaro. Venne inaugurato il 24 febbraio 1923 con lo spettacolo “Don Pietro Caruso” di Roberto Bracco, messo in scena dalla compagnia di Alfredo De Sanctis, alla presenza – come riportano le cronache del tempo – di “quanto di più aristocratico, di più intelligente, di più fine conta Palermo” (L’Ora). Il teatro “è giudicato degno di una grande città come la nostra – scrive Il Giornale di Sicilia. Ci sono addirittura due ingressi, in moda da non far scontrare il pubblico dei palchi e quello del loggione. Il lucernario mobile piace talmente tanto da indurre il cavalier Finocchiaro ad organizzare una stagione estiva di lirica “a cielo aperto”: il 13 maggio 1923 va in scena “Carmen”. Da quel momento il Finocchiaro ospita un po’ di tutto: qui si esibiscono Giovanni Grasso, Angelo Musco, Macario, Totò, Aldo Fabrizi, si fa prosa, lirica, varietà. La compagnia Nino Fleurville – Dedè Mercedes diede scandalo: la bella soubrette apparve una sera con un abito attillatissimo, lungo fino ai piedi ma sforacchiato. E il comico Fleurville fece notare che la signora non portava biancheria. Gli uomini applaudirono, le donne lasciarono la sala ad occhi bassi. A Palermo se ne parlò per mesi. Beppe Olivieri portò poi i suoi spettacoli che si concludevano con sparatorie: il pubblico le attendeva con le dita vicino alle orecchie.

Nel 1938 muore il cavalier Finocchiaro e il teatro è ereditato dai figli Silvio, Vincenzo, Rosita e Salvatore. Pochi anni dopo rischia anche di fare una brutta fine, visto che è solo sfiorato da una bomba che colpisce un angolo del palazzo (ma si racconta che un aereo kamikaze riuscì ad infilarsi nel suo lucernario, per fortuna senza far grandi danni). Nel 1950 diventa cinema, anche se fino al 1956 alterna anche qualche rara rivista. Prima i Mangano, poi i Rispetta, diventa il luogo dedicato alle pellicole western, poi ai film di arti marziali, poi cinema a luci rosse, dalle dieci del mattino alle sette di sera. Nel 1990 ritorna agli eredi Finocchiaro che, sebbene spezzettati, lo possiedono tuttora e hanno più volte tentato di aprire una trattativa con la Soprintendenza per ottenere i finanziamenti necessari alla ristrutturazione, senza però mai ottenere risultati concreti. Si tenta di farlo diventare sede di progetti teatrali d’avanguardia (nel settembre 1994, con l’aiuto di Beno Mazzone, ospitò tre sere, “Amor di lontano” di Enrico Frattaroli), luogo di incontro, spazio per conferenze; lo affitta la facoltà di Architettura per le sue lezioni, gli studenti lo riducono peggio di una toilette, colmo di scritte e sfregi. Null’altro va in porto e Palermo si dimentica del suo teatro, uno fra i tanti abbandonati. Nel 1998 lo affitta Salvatore Siviglia che tenta di farlo ridiventare cinema, qui si proiettano “Full Monty” e “Titanic”. Il progetto va avanti qualche anno, fino al 2004, poi si spegne.

Oggi la ristrutturazione per riconsegnarlo alla città: a cura di Edoardo de Stefani (impianti e messa in sicurezza) e Maurizio Rotolo (pulitura, restauro e rapporti con la Soprintendenza). Il Teatro Finocchiaro è preso in gestione da un gruppo di giovani artisti raccolti sotto il nome I Bohemiens. Saranno loro a proporre una stagione sin dal 10 gennaio quando Il Finocchiaro aprirà le porte con una visita teatralizzata gratuita che racconterà la storia della sala, dai primi del ‘900 ad oggi. In futuro, sono previsti spettacoli di Monsieur David (Colorado cafè), stage con Gianluca Guidi, formazione per attori, gruppi jazz e musica anni ’30, ’40 e ’50, cene d’autore, Burlesque e visite guidate mattutine. Sempre il Finocchiaro entra nel circuito di teatro per bambini non vedenti.

“Altromare”, una mostra racconta le vittime dell’emigrazione

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E’ stata inaugurata oggi presso la direzione dell’Asp di Palermo, in via Giacomo Cusmano, la mostra fotografica “Altromare” di Nino Randazzo, che con ottantadue scatti e filmati realizzati con un tablet, racconta la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, quando persero la vita in mare 366 migranti.

L’allestimento della mostra è stato curato da Nuccia Cammara e all’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, il direttore generale dell’Asp Palermo, Antonino Candela e l’assessora alle Attività Sociali e a capo dell’Ugem, l’unità per la gestione delle competenze comunali relative all’emergenze migranti, Agnese Ciulla.

“Questa mostra – ha detto l’assessora Ciulla – rappresenta come il “curare” possa significare anche prendersi cura dei migranti non solo dal punto di vista fisico, ma, soprattutto dal punto di vista dell’accoglienza dando anche una concreta condizione di vita più favorevole. In questi ultimi anni, appunto per favorire la migliore accoglienza per queste persone che spesso sono fuggite da contesti di guerra, il Comune di Palermo, ha collaborato e coordinato insieme all’Asp, alla Prefettura e alle associazioni di volontariato, ogni iniziativa utile, in particolare modo nei confronti dei minori stranieri non accompagnati”.

Le foto e i filmati della mostra “Altromare” – ha sottolineato il sindaco Leoluca Orlando – rappresentano una drammatica testimonianza di una tragedia purtroppo annunciata. I volti carichi di disperazione e quelli degli uomini impegnati nelle operazione di salvataggio immortalati dagli scatti di Nino Randazzo, contrastano con l’indifferenza dimostrata dell’Europa. L’inaugurazione di questa mostra – conclude Orlando – è un’ulteriore occasione per esprimere il mio apprezzamento per il lavoro svolto dal direttore generale dell’Asp di Palermo, Antonino Candela, dal suo staff e anche per quello messo in campo da Prefettura, Ugem e associazioni di volontariato che hanno saputo consegnare una speranza di vita migliore ai migranti”

Biciclette rubate, ecco cosa fare se pensi di aver riconosciuto la tua

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Se nell’elenco delle 32 biciclette rubate rinvenute dalla polizia di Palermo (LEGGI L’ELENCO DELLE BICICLETTE RITROVATE) nei magazzini della criminalità ritieni di aver identificato la tua bicicletta c’è una procedura da seguire per ottenerne la restituzione.

L’operazione è stata condotta dal Commissariato Oreto stazione di Palermo (LEGGI L’ARTICOLO), dunque è quello l’ufficio di polizia al quale rivolgersi a partire dal 3 gennaio.

Gli uffici del Commissariato si trovano in via Roma, 194 a Palermo e rispondono al numero telefonico 091.7438111. Il ricevimento del pubblico è previsto dal lunedì al sabato (domenica e festivi esclusi) dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00.

Oltre a riconoscere la propria bicicletta bisognerà esibire copia della denuncia di furto presentata all’epoca dei fatti. 

Rocambolesco inseguimento all’alba Ladri d’auto arrestati a Palermo

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Stavano rubando una fiat grande punto trinandola con  un’altra auto. una operazione che alle 4 e mezza del mattino sotto la pioggia battente di stanotte ha insospettito i carabinieri della pattuglia di mezzo monreale.

Ma all’avvicinarsi dei carabinieri i due ladri si davano alla fuga abbandonando l’auto rubata e tentando di far perdere le tracce con la propria vettura. Una fuga ad alta velocità nonostante l’asfalto viscido con i carabinieri all’inseguimento. La fuga si  concludeva circa un chilometro e mezzo più avanti, nei pressi dell’ex Bingo Las vegas quando i fuggitivi, nel tentativo di evitare un improvvisato posto di blocco messo in scena da altre pattuglie dei carabinieri chiamate via radio, perdevano il controllo dell’auto investendo una gazzella dei carabinieri e finendo la corsa contro lo spartitraffico.

Con una tecnica ‘all’americana’, la seconda auto dei carabinieri concludeva la propria corsa contro lo sportello lato guida dell’auto dei fuggitivi bloccando i due all’interno del mezzo.

Le manette sono, così, scattate ai polsi di Giuseppe Tripisciano, di 46 anni, e Antonino Affatigato, 33 anni, (GUARDA LE FOTO) già noti alle forze dell’ordine. le due autovetture sono state sequestrate. i due dovranno rispondere, oltre che di furto, anche di danneggiamento, resistenza alle forze dell’ordine e guida senza patente visto che nessuno dei due l’ha mai conseguita.

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