E’ tutti contro tutti nella vertenza Seus 118 in Sicilia. Andrà deserto il tavolo di crisi convocato per lunedì 5 maggio allo scopo di avviare le procedure per il contratto di solidarietà richiesto dal Consiglio di gestione. L’ultimo capitolo dello scontro al vertice lo hannpo scritto stamani i sindacati confederali con una durissima lettera inviata al direttore generale del 118, Angelo Aliquò e, per conoscenza, all’assessore alla salute Lucia Borsellino, bypassando il consiglio di gestione che chiede l’applicazione del contratto di solidarietà e che non viene considerato un interlocutore affidasbile dalle organizzazioni sindacali.
Una lettera di due pagine in via di recapito ai destinatari, molto dura e che non lascia adito ad interpretazioni: “Dopo svariate minacce -scrivono Cgil, Cisl e Uil – di Attivare un tavolo di crisi, la Seus, su reiterata sollecitazione del Consiglio di gestione, ha erroneamente convocato un tavolo definito di crisi piuttosto che di confronto. Una scelta incomprensibile che ostacolo il lavoro dirilancio sintetizzato dal nuovo piano industriale”.
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I sindacati ricordano come non più di una settimana fa il presidente del Consiglio di gestione, Gaetano Moltalbano, abbia tenuto una conferenza stampa per tranquillizzare tutti sulla situazione e sottolineano come, invece, le procedure vadano in direzione diversa.
Appena due giorni fa era stata proprio lì’assessore Borsellino ad entrare a “gamba tesa” nel dibattito dichiarando pubblicamente di essere contraria ai contratti di solidarietà visto il lavoro fatto in raccordo con la direzione generale dell’azienda che metteva i conti in sicurezza e poneva le basi per lo sviluppo delle convenzioni con le Asp. Una posizione che aveva raccolto il sostegno di pezzi importanti della maggioranza ad iniziare dalla commissone sanità, e nessuna voce contraria.
“Nei mesi scorsi – scrivono ancora i sindacati – con strenuo lavoro sono stati messi in atto tutti gli strumenti di regolazione, pianificazione e controllo condivisi con le organizzazioni sindacali e funzionali ad una gestione efficace, trasparente e ottimizzante del sistema”. Strumenti contenuti nel piano industriale e redatti, sottolineano le parti sociali, “dalla nuova direzione generale in stretto raccordo con l’assessorato regionale alla salute”.
Parole chiare che suonano come un manifesto di “sfiducia” nei confronti del Consiglio di gestione la cui scelta “di ricorrere ai contratti di solidarietà risulta quanto meno iniqua e sospetta perché riguarda una e solo una società partecipata che svolge un servizio sanitario essenziale e non anche altre società partecipate regionali che soggiacciono alle medesime regole e condizioni il cui controllo andrebbe improntato al medesimo rigore”.
”L’impatto che queste misure determinerebbero nella gestione dell’emergenza urgenza sanitaria…sarebbe devastante”. “Riteniamo necessario interrompere questo circuito, certi di essere nel giusto e di avere dimostrato, nei modi e nelle azioni, disponibilità e suggerimenti e ci rifiutiamo di partecipare ad un gioco al massacro sulla testa dei lavoratori”.