Il Comune di Palermo ha annunciato di volersi costituire parte civile nel procedimento “a carico di un agente della polizia municipale di Palermo, per comportamenti che risalgono agli anni 2008/2011″. Nella nota si legge che “il sindaco ha immediatamente predisposto che siano applicate tutte le misure disciplinari previste e ha interessato l’Avvocatura comunale affinchè predisponga un atto necessario per la costituzione di parte civile dell’Amministrazione comunale.
Il vigile urbano in questione è Pietro Pernice, 57 anni, che dal 2008 al 2011 ha accumulato circa un milione di euro vendendo trenta case del Comune a incauti acquirenti, dicendo loro che facevano parte del patrimonio pubblico in dismissione. Gli anticipi – secondo quanto scrive Repubblica Palermo – andavano da 34 a 96 mila euro. Il vigile urbano aveva due complici: Maria Grazia Gaggegi e Gaspare Siino. Per tutti e tre la procura ha chiesto il rinvio a giudizio e il gup Ettorina Contino si pronuncera’ il prossimo 13 febbraio. Pernice riceveva i clienti in un ufficio nel cimitero dei Cappuccini, poi faceva visitare le case e incassava circa la metà della somma pattuita, che a suo dire serviva per cancellare ipoteche. La trattativa veniva condotta con la mediazione di agenzie immobiliari la cui titolare e’ l’indagata Gaggegi.
L’altro complice, invece, faceva visionare l’immobile di sua proprietà in via Antonio Agostino 22, che aveva caratteristiche simili agli appartamenti proposti per la vendita, ed esibiva l’atto di proprietà per rassicurare i clienti.