I giudici della Corte dei Conti di Appello hanno condannato Simone Saputo, di Cinisi, ex dirigente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, arrestato nel marzo del 2012 con l’accusa di truffa aggravata, frode informatica e falso in atti pubblici, a risarcire l’Inps di un milione e 800 mila euro.
E’ quanto avrebbe truffato il dipendente dell’ente nazionale di previdenza. La truffa è stata scoperta scoperta grazie alla denuncia di una cittadina partinicese che aveva ricevuto una pensione mai richiesta. Finora l’Inps è riuscita a recuperare 100 mila euro, perché a Saputo sono stati già sequestrati parte del Tfr, della pensione maturata e un immobile a Cinisi.
L’indagine della Procura, denominata “pensionefacile.it”, era stata avviata grazie alla denuncia dell’impiegata dell’Inpdap, che aveva ricevuto un certificato di pensione pur essendo ancora regolarmente in servizio e quindi senza averne fatto richiesta. Si trattava di un caso di omonimia che però nascondeva una mega truffa da un milione e 800 mila euro ai danni dell’Inps.
Una frode, consumata tra il 2006 e il 2011, che portò all’arresto di Simone Saputo, considerato la mente, e di altre cinque persone di Partinico, responsabili a vario titolo di patronati. Saputo, secondo l’accusa, avrebbe manomesso il cervellone elettronico dell’Inps e con un semplice clic, venivano liquidate pensioni a chi non ne aveva ancora diritto.
Trentanove i casi accertati, pensioni fantasma erogate dal computer dell’imputato identificato con un numero di matricola .Tra quelle più eclatanti, c’è la vicenda di un bambino di 10 anni che risultava titolare del vitalizio del nonno, per consentire ai genitori nullatenenti di incassare la reversibilità.