L’ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro resta in carcere, e non va ai servizi sociali, perché non ha collaborato con i magistrati. Questa la motivazione per la quale la Cassazione ha negato l”affidamento in prova ai servizi sociali.
Cuffaro è infatti attualmente detenuto con una condanna definitiva per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio.
Resta in carcere quindi perchè non ha collaborato con i pm e soprattutto perchè non fece i nomi di chi dall’interno delle istituzioni, forniva le informazioni riservate ma utili ad aiutare il boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro che, in tal modo, riusciva a sottrarsi alle indagini.
Depositate oggi le motivazioni della sentenza emessa lo scorso 3 ottobre che si è conclusa con il rigetto del ricorso di Cuffaro difeso dall’avvocato Maria Brucale.
La Finanza intanto indaga sul patrimonio di famiglia. Passati al setaccio i suoi beni, intestati a lui o ai suoi familiari o in ogni caso a lui riconducibili allo scopo di scoprire se c’è una sperequazione tra l’effettiva capacità del suo reddito e il patrimonio che ha accumulato.