Nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto nei confronti della cosca mafiosa di Carini è indagata per favoreggiamento aggravato l’avvocato di Angelo Antonino Pipitone, Annalisa Vullo.
Il legale è stato intercettato mentre definisce, secondo gli investigatori, i carabinieri di Carini, come degli “invasati”.
Il riferimento è ad uno dei tanti accertamenti eseguiti dai militari sugli immobili della nota “Rotonda” dello svincolo autostradale di Carini, già sottoposti a sequestro nell’estate 2003, per violazione della normativa a tutela dell’ambiente.
Una vicenda, questa, che costituì un duro colpo per la famiglia Pipitone, oltre che per l’aspetto prettamente economico, anche, sostengono i carabinieri, da un punto di vista dell’immagine.
Nel corso dell’operazione che ha portato agli arresti dei componenti della famiglia Pipitone i carabinieri hanno perquisito gli studi legali dell’avvocato a Carini e Palermo.
Secondo l’accusa la notte del 26 maggio 2013 la Vullo avrebbe chiamato Benedetto Pipitone perché tornando da una cena elettorale aveva trovato la casa svaligiata.
“Benedetto puoi venire a casa mia perché è successa una cosa brutta”. Secondo l’ordinanza dei magistrati “l’avvocato gli chiese di poterla aiutare a rientrare in possesso della refurtiva.
Cosa che avvenne. Pipitone ritrovò chi commise il furto e la refurtiva: mancava solo un anello di brillanti che apparteneva alla madre del legale”.