Il pm Alessadro Picchi ha chiesto la condanna a dieci anni, in abbreviato, per Giuseppe Salvatore Carbone, l’uomo della cosca mafiosa di Bagheria che ha svelato un intrigo di mafia siculo-canadese, indicando a maggio 2013 il luogo dove erano nascosti i cadaveri carbonizzati di “Joe Bravo”, ovvero lo spagnolo Juan Ramon Fernandez Paz, e del suo amico, il portoghese Fernando Pimentel, entrambi legati alla famiglia di Vito Rizzuto, capomafia di Toronto.
Carbone si autoaccusò del delitto tirando in ballo i fratelli Pietro e Salvatore Scaduto. L’ordine di eliminare i narcos, legati alla mafia canadese, sarebbe arrivato dal boss Rizzuto, poi deceduto.