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Verso il rinvio a giudizio 126 dipendenti Rap assenteisti

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La procura di Palermo ha chiuso l’indagine per 126 dipendenti della Rap, l’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo, accusati di interruzione di pubblico servizio.

Gli imputati hanno ricevuto l’avviso di conclusione dell’inchiesta, atto che precede, in genere, la richiesta del rinvio a giudizio.

Secondo la procura – l’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto Dino Petralia – tra Natale e capodanno scorsi si sarebbero assentati dal lavoro, esibendo pretestuosamente permessi sindacali o certificati di malattia, determinando un blocco nella raccolta di rifiuti e il caos in città.

L’inchiesta fu aperta di iniziativa dai pm che sulla vicenda sentirono il sindaco Leoluca Orlando e il presidente della Rap Sergio Marino.

Fu la stessa azienda a fornire ai magistrati i documenti che provavano l’assenza e le giustificazioni addotte dai dipendenti.

Tra gli indagati ci sono anche due dirigenti dell’azienda. Mentre ai 124 dipendenti i pm contestano il reato di interruzione di pubblico servizio, loro sono accusati di inadempimento di contratto di pubbliche forniture.

Secondo quanto accertato dai pm, non definendo l’orario di lavoro del personale avrebbero lasciato che il 25 e il 26 dicembre scorsi “la presenza in servizio avvenisse in base a una scelta volontaristica e arbitraria dei lavoratori (che si assentavano senza giustificazioni on con motivazioni pretestuose)”.

In questo modo avrebbero violato l’obbligo di garantire i servizi essenziali di raccolta nei giorni festivi imposto dal contratto stretto tra l’Amia (la società poi sostituita dalla Rap) e il Comune.

Una condotta, quella dei dirigenti, che avrebbe determinato l’accumulo selvaggio di immondizia nei giorni delle feste di Natale.


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