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Madonna del Carmine a Ballarò Polemiche dopo l’inchino al boss

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Ci si chiede se Ballarò sia ancora il quartiere dei D’Ambrogio, in particolare di Alessandro, finito al 41 bis due anni fa, attualmente recluso nel carcere di Novara. Fatto sta che non si sa se per pura combinazione o perché sia ancora forte il rispetto di alcuni abitanti del quartiere, domenica scorsa è accaduto un fatto inquietante, prontamente documentato da Repubblica Palermo.

Durante la processione della Madonna del Carmine un membro della confraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo urla “Fermatevi”: la processione si ferma per quasi cinque minuti davanti il negozio, dove ci sono i fratelli del superboss: Franco, Iano e Gaetano, mai indagati per mafia. Da qui un susseguirsi di polemiche.

Imbarazzo da parte di Frà Vincenzo, prete della chiesa del Carmine, e forte disappunto negli ambienti giudiziari e politici. Il Procuratore Capo di Palermo, Francesco Messineo, ha fatto sapere che aprirà un’ indagine sull’accaduto.

Il primo cittadino, Leoluca Orlando,  ha dichiarato:”“Sicuramente l’episodio merita un accertamento da parte delle autorità ecclesiastiche palermitane, da anni impegnate a impedire inquinamenti di questo genere.Rricordiamo tutti con affetto e gratitudine le parole che pronunciarono il cardinale Pappalardo e Papa Giovanni Paolo II, e che sono state ribadite con grande forza anche recentemente da Papa Francesco”.

“E’ necessario grande rigore – prosegue il sindaco – non solo per affermare la cultura della legalità, ma anche per rispetto alla fede, che è un valore così radicato nella realtà palermitana che non si può permettere a nessuno di snaturarlo”.

Anche il segretario nazionale di Italia dei Valori, Ignazio Messina ha espresso il suo disappunto: “Dopo Oppido Mamertina, l’inchino della processione al boss si ripete e questa volta tocca a Palermo. Lo Stato deve mostrare la sua presenza rivendicando un’autorevolezza che non tema la criminalità organizzata. Non basta condannare il gesto ma occorre interrogarsi sul vuoto che permette, oggi, di far sì che la mafia sia riconosciuta tra le strade e tra la gentecon un senso di sottomissione che dobbiamo contrastare con ogni forza.Proporre una politica onesta e pulita è la prima delle risposte che siamo chiamati a dare.”


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