“Gli avranno riferito male” o forse “non avrà letto le carte con accuratezza“. Il commissario straordinario dell’Arnas Civico di Palermo, Carmelo Pullara, commenta così le dichiarazioni di Crocetta, accuse in realtà, sul sistema delle assicurazioni sanitarie in Sicilia. “Truffe”: ha parlato chiaro il governatore sul pentolone da miliardi di euro che è intenzionato a scoperchiare. Ha iniziato revocando l’incarico alla vincitrice della gara, la società Am Trust. Capofila della gara è stato proprio l’Arnas Civico, guardato adesso da molti con sospetto.
Il commissario Pullara non ci sta, e carte alla mano, ribadisce “che tutto è stato fatto seguendo pedissequamente le istruzioni dell’assessorato e dell’allora dirigente generale Lucia Borsellino”. E mostra proprio una lettera firmata dalla Borsellino, che il 29 giugno 2012 nominava il Civico capofila della gara, incaricandolo di vigilare sulle procedure, specificando inoltre “che il capitolato di gara dovrà essere formalizzato mediante la consulenza professionale del RtI Willis Italia Spa (società di brokeraggio assicurativo, ndr)”.
“La gara – spiega Pullara – è stata fatta nella massima trasparenza e soprattutto garantendo la partecipazione di diverse aziende”. Dati, fatti, circostanze: il commissario del Civico ricostruisce le fasi di quanto accaduto puntualizzando ” che in caso di anomalie ci sarebbe stato tutto il tempo per intervenire. La nostra azienda - aggiunge – ha sempre reso partecipe l’assessorato di quanto avveniva, tanto che l’assessorato ci ha riconfermato capofila”.
Pullara parla della propria etica professionale: ” Sono un tecnico e mi attengo pedissequamente alle istruzioni, così gestisco il Civico da ormai 3 anni. Non sta a me fare le valutazioni sui rapporti tra la Regione e la società che aveva vinto la gara. Se la Regione ritiene di dover cambiare assicurazione lo faccia, ma non mettendo in discussione quanto fatto in passato”.
I documenti di un lavoro che il commissario del Civico definisce “ottimo e trasparente” verranno trasmessi alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e all’assessorato regionale alla Salute.