Dopo l’allarme Eni a Gela scoppia un’altra emergenza industriale in Sicilia. E’ a rischio il futuro dello stabilimento Ansaldo Breda di Carini escluso dal piano industriale nazionale di investimenti nonostante gli impegni diversi assunti dalle controparti politiche con i sindacati. Per questo motivo, dopo l’incontro del 14 luglio al Ministero dello sviluppo economico, le segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm hanno chiesto un nuovo incontro all’Ansaldo Breda. Proprio l’azienda ha disatteso gli impegni assunti al ministero per dare continuità produttiva ed occupazionale allo stabilimento palermitano.
“Per gli stabilimenti di Pistoia, Reggio Calabria e Napoli - dicono i segretari di Fiom, Fim e Uilm, Francesco Piastra, Ludovico Guercio e Vincenzo Comella, che contestano la decisione – sono stati annunciati 20 milioni per la riorganizzazione e per l”aggiornamento delle attrezzature e altri 20 milioni per nuovi prodotti. Per Palermo niente. L”azienda – aggiungono – sta disattendendo l”accordo sindacale fatto a gennaio. La prevista graduale assegnazione a Palermo della commessa Trenitalia per 33 carrozze da ristrutturare, al momento, è in fase di definizione da parte del committente e nessuna carrozza è arrivata allo stabilimento. Ci sono lavoratori in cassa integrazione e altri in trasferta”.
La scelta di non assegnare carichi di lavoro a Palermo secondo Fiom, Fim e Uilm è “in contraddizione” rispetto all”acquisizione di nuovi ordini da parte di Ansaldo Breda e di un mercato globale per le attività del gruppo con investimenti in crescita per circa 10 miliardi di euro. “C”è un impegno ben preciso da parte dell”azienda, con il ministero dello Sviluppo economico, per dare continuità produttiva al sito siciliano fino al 2015 e reperire nuovi incarichi nell”ambito del portafoglio ordini dell”Ansaldo Breda, che è considerevole - concludono Fiom, Fim e Uilm -. Il mercato è in crescita: bisogna creare le condizioni non solo per saturare i 145 lavoratori dell”Ansaldo ma anche per dare risposte all”indotto”.