« Io Rosalia di Sinibaldo, figlia del Signore della Quisquina e del Monte delle Rose, per amore del mio Signore Gesù Cristo, ho deciso di abitare in questa grotta » (Iscrizione rinvenuta nella grotta della Quisquina)
Vergine eremita del XII secolo, Santa Rosalia è divenuta patrona di Palermo nel 1666 con culto ufficiale esteso a tutta la Sicilia. Figlia di un nobile feudatario, Rosalia Sinibaldi visse in quel felice periodo di rinnovamento cristiano-cattolico. E’ in quest’atmosfera di fervore e rinnovamento religioso che s’inserì la vocazione eremitica della giovane, che lasciò la vita di corte e si ritirò in preghiera in una grotta sul monte Pellegrino, dove, secondo la tradizione, morì il 4 settembre 1160. Le sue reliquie sono tuttora custodite nell’artistica e massiccia urna d’argento conservate nel Duomo di Palermo.
La leggenda del ritrovamento miracoloso delle spoglie di Rosalia è una storia che appassiona e commuove i suoi fedeli con la forza che trasmette ancora oggi la sua immensa fede. Si dice che, al passaggio delle sue ossa, al momento preciso del canto del Te Deum laudamus la peste si fosse inspiegabilmente fermata. Al che i palermitani, per riconoscenza, scelsero a Santuzza come protettrice della città, dedicandole così u fistinu (il festino) che si celebra dall’11 al 15 luglio con un carro trionfale, introdotto nel 1686, e un corteo storico in costumi seicenteschi.