In centinaia per la manifestazione cittadina per il diritto alla casa e al lavoro indetta dal comitato PrendoCasa Palermo, centri sociali Ex Karcere e Anomalia, centro di tutela sociale Palermo, proletari comunisti palermo, usb palermo, slai cobas palermo, collettivo universitario autonomo e coordinamento studenti medi, studentato autogestito HPO e Teatro Mediterraneo Occupato.
Il lungo serpentone è giunto sino a Palazzo delle Aquile ove è in corso una sede straordinaria del consiglio comunale che prenderà in esame e discuterà proprio il tema dell’emergenza abitativa della città di Palermo. Una delegazione è riuscita a entrare e a prender parte alla seduta mentre l’ingresso del corteo continua a presidiare piazza Pretoria.
Il lungo serpentone è giunto sino a Palazzo delle Aquile ove è in corso una sede straordinaria del consiglio comunale che prenderà in esame e discuterà proprio il tema dell’emergenza abitativa della città di Palermo. Una delegazione è riuscita a entrare e a prender parte alla seduta mentre l’ingresso del corteo continua a presidiare piazza Pretoria.
“Siamo voluti scendere in piazza proprio oggi – afferma Emiliano Spera portavoce del comitato PrendoCasa Palermo - per ribadire la necessità di attuazione di provvedimenti diretti e immediati da parte dell’amministrazione per far fronte all’emergenza abitativa che veda il coinvolgimento dei comitati e delle realtà di movimento impegnati su questo fronte. Questa assemblea straordinaria per noi è simbolo di come, dopo manifestazioni cittadine e presidi, occupazioni a scopo abitativo e interventi sugli sfratti quali tappe di un percorso autorganizzato nato 7 mesi fa per rispondere all’emergenza casa, finalmente le istituzioni abbiano preso coscienza della necessità di ragionare su di essa per trovare delle soluzioni reali e di come con l’impegno costante e la perseveranza stiamo iniziando a raccogliere qualche frutto. L’11 luglio a Torino i primi ministri dell’Unione Europea si incontreranno in un vertice in cui si parlerà di occupazione giovanile ma dati alla mano risulta ovvio come in realtà dovrebbero parlare di disoccupazione giovanile. Ci troviamo di fronte a processi di impoverimento drastici di fasce crescenti della popolazione. Per i giovani il futuro si mostra in termini di precarietà senza scampo e l’unica soluzione prospettata è la migrazione forzata, in entrambi i casi comunque le uniche collocazioni lavorative implicano un’infinita disponibilità ad assecondare le esigenze del capitale. Produttività, flessibilità, competitività, merito sono le parole d’ordine di questo programma nemico di cui Renzi è il nome italiano. Le prime misure varate dal suo governo – Piano Casa e Jobs Act – sono espliciti momenti di una più generale guerra ai poveri e risposte politiche, a detta loro, rispetto alle emergenze sociali e a quanto dunque posto sul piatto dai movimenti, dalle vertenze sui luoghi di lavoro e nelle lotte territoriali. L’11 luglio noi saremo lì per far si che in quella giornata si parli anche e sopratutto di questo”.