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Colpo alla mafia di Bagheria I nuovi equilibri nel Palermitano

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Hanno cercato di ritrovare l’unità gli uomini di Cosa Nostra . Nuova coesione dopo l’arresto di Bernardo Provenzano e la guerra tra i Lo Piccolo e Nino Rotolo. Lo hanno fatto in più riunioni filmate dai carabinieri in alcuni rinomati ristoranti a Palermo e in provincia.

I VOLTI DEGLI ARRESTATI

A Villa Pensabene a Partanna, nel locale Ma che Bontà nei pressi di via Croce Rossa e nella storica trattoria “Don Ciccio” a Bagheria. I sospetti dei carabinieri sono stati in parte confermati lo scorso anno dalle dichiarazioni del pentito Sergio Rosario Flamia.

Giulio Caporrimo prima e Alessandro D’Ambrogio stavano cercando di ricreare un direttorio per dirimere i troppi contrasti interni all’organizzazione che l’avevano resa debole. Bisognava riunire attorno ad un tavolo vecchi e nuovi capi. Per il mandamento di Porta Nuova Tommaso Di Giovanni, Nicolò Milano e Alessadro D’Ambrogio.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

Per la Noce Fabio Chiovaro, per Brancaccio Cesare Carmelo Lupo e Antonino Sacco mentre per Bagheria Antonino Zarcone e Antonino Messicati Vitale. Passano pochi mesi, alcuni boss finiscono in carcere e il quadro cambia.

Dopo gli arresti Alessandro D’Ambrogio assumeva la posizione più influente, mentre gli altri membri del ristretto suo entourage erano Fabio Chiovaro per la Noce e Giacinto Di Salvo, collaborato da Salvatore Lauricella per Bagheria. I fatti – dicono i magistrati – sembrano dimostrare che la mafia palermitana, ha trovato coesione.

LE IMMAGINI DELL’OPERAZIONE

Il pentito Flamia ha fornito un nuovo nome coperto da omissis. Un pezzo grosso ancora in circolazione. Chissà se non è lui a proseguire il lavoro dopo gli ultimi arresti dei carabinieri.


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