“Occorre un regime di 41 bis che funzioni veramente e dobbiamo essere severi sulla sua applicazione. Una volta applicato cerchiamo di essere seri nella gestione”. Lo ha affermato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, durante un’audizione in Commissione Diritti umani al Senato, riferendosi alle minacce di morte ricevute dal pm di Palermo Nino Di Matteo da parte del boss mafioso Totò Riina.
“Se c’è stata una fuga di notizie dal carcere dell’Opera di Milano dove è detenuto Totò Riina in regime di 41 bis, vuol dire che non si è lavorato bene. Nelle carceri entra molta gente” ha spiegato Nicola Gratteri.
Gratteri ha quindi invitato “a fare attenzione in futuro anche alla più innocente notizia perché i boss hanno un modo criptico di parlare. Sono troppi 750 detenuti al 41 bis, il sistema ne può gestire massimo 500″ ha aggiunto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria”.