Le Sezioni unite penali della Corte di cassazione hanno escluso l’applicabilità dell’ergastolo in seguito al giudizio abbreviato, legittimando il giudice a sostituirlo con 30 anni di reclusione.
La sentenza n. 18821 chiude una vicenda che risale al 1998, quando la Corte di assise di Catania condannò all’ergastolo, con isolamento diurno, l’autore di due omicidi volontari.
La sentenza venne incrinata durante il processo d’appello dalla legge 479/99, più favorevole all’imputato (i 30 anni al posto dell’ergastolo), anche se successivamente il Dl 341/2000 (poi legge 4/2001) ammise la riduzione a 30 anni solo nei casi in cui la condanna non prevedesse anche l’isolamento diurno.
Questa disciplina più rigorosa è stata dichiarata incostituzionale dalla sentenza 210/2013, per contrasto con l’articolo 117, comma 1, della Costituzione e al principio di legalità convenzionale disciplinato dall’articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. E a questa decisione si rifanno ora le sezioni unite della Cassazione, ribadendo il divieto di comminare l’ergastolo in caso di giudizio abbreviato.