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Minacce e busta sospetta indirizzate al presidente del Senato Grasso

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Una flaconcino di vetro con la scritta “orange” e un liquido giallo sospetto all’interno, un oggetto di metallo (apparentemente un proiettile) e una lettera di quattro pagine di minacce destinate al presidente del Senato Pietro Grasso. E’ il contenuto del plico indirizzato all’ex procuratore nazionale antimafia e intercettato ieri pomeriggio al metal detector del centro meccanografico delle Poste di Palermo, come riportato dall’edizione online del giornale Repubblica.

La busta, con impresso l’indirizzo dell’abitazione di Grasso, è stata aperta dagli artificieri della polizia e subito sono scattate le indagini.

Il presidente del Senato, ancor di più negli ultimi mesi in cui Cosa nostra è tornata a far sentire la propria voce di violenza, si è più volte espresso con fermi toni di condanna, spronando le istituzioni nella lotta per sconfiggere la mafia.

Circa un anno fa, riferendosi al suo ruolo di giudice nel maxiprocesso del ’93, lo stesso Grasso aveva dichiarato: “Totò Riina voleva la mia vita. Dopo Falcone e Borsellino per ridare vigore alla trattativa Stato-mafia Cosa nostra aveva deciso di eliminarmi”.

La lettera appare scritta da persone molto ben informate sulle vicende degli ultimi anni. A Grasso viene contestato di essere un “traditore della lotta alla mafia, venduto alla politica”. Vengono riportati episodi e vicende alle quali l’estensore (o gli estensori) fornisce una sua personale lettura. a Grasso viene contestata anche l’attività da presidente del Senato.

Il contenuto della boccetta, apparentemente un contenitore per profumo, è attualmente al vaglio della scientifica per identificare il liquido.


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