“Marcello Dell’Utri è stato rintracciato dalla polizia libanese che aveva avuto indicazioni dalla polizia italiana e, in ottemperanza di un mandato di cattura internazionale, è stato catturato e si trova negli uffici della polizia libanese”.
Ad annunciarlo è il ministro dell’Interno Angelino Alfano a margine dell’assemblea di Ncd, che ha aggiunto: “E’ adesso in corso una procedura che diventerà estradizionale e per la quale il governo italiano si attiverà immediatamente”. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando sta rientrando appositamente a Roma per firmare la richiesta di estradizione.
“Non giudico mai i nomi, condanno l’errore ma non l’errante – commenta il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta -, non mi accanisco. Questo mio autentico cristianesimo non lo metterò in discussione neanche di fronte alle cose orribili e tremende che ha fatto dell’Utri componendo un sistema di potere che ha legato la mafia e la politica in Sicilia, causando una serie di problemi che ancora oggi continuiamo a pagare. Certo, se c’era il pericolo di fuga arrestarlo è un dovere”.
Ieri la notizia della latitanza dell’ex senatore in Libano. Dell’Utri si era giustificato adducendo motivi di salute che lo avevano condotto all’estero per accertamenti ma aveva affermato attraverso il suo legale che non si sarebbe sottratto alla sentenza.
Il procuratore generale di Palermo Luigi Patronaggio aveva assicurato: “Se Dell’Utri dovesse essere localizzato anche in un paese straniero senza accordi di estradizione studieremo la strada”.
Secondo l’avvocato di Dell’Utri, Giuseppe Di Peri, “l’eventuale esistenza di un trattato per l’estradizione tra Italia e Libano, di cui non conosco i termini, è la prova che Dell’Utri non aveva alcuna intenzione di darsi alla fuga, altrimenti avrebbe scelto un Paese diverso”.
E’ attesa per il prossimo martedì la sentenza definitiva che potrebbe confermare la condanna a sette anni per mafia.