Francesco Centineo scrive dal carcere. Anzi dice in una lettera di scrivere dall’hotel Pagliarelli. Al suo interlocutore fa sapere di conoscere ogni cosa. E chiede di mettere tutto a posto. Di fare assumere alcuni dipendenti in una ditta di trasporti di Termini Imerese che nel maggio del 2012, era stata derubata di un carico di 160 mila euro.
Una lunga vicenda di estorsioni e minacce che vede protagonisti due imprenditori Tiziana Carla Binaghi e Aurelio D’Amico, titolari della “2D Logistica srl” che a causa del furto erano piombati nella disperazione. Era sparito un grosso tir con il carico dentro e senza copertura assicurativa.
I due durante una cena raccontano quanto successo ai titolari del ristorante Bucatino, un locale che frequentano abitualmente in via Principe di Villafranca. Maurizio De Santis garantisce che può risolvere i guai dei due imprenditori. Nel corso della conversazione e dei vari incontri si sarebbe vantato di essere vicino all’allora reggente di Porta Nuova Alessandro D’Ambrogio.
Ma per recuperare il carico chiede il pagamento di 15.000 euro a Natale e 1.500 euro al mese a partire da gennaio 2013. Ma poi le richieste aumentano e fino a costringere i due imprenditori a lasciare l’isola. “Purtroppo la collaborazione delle due vittime – dice il procuratore Capo Francesco Messineo – è stata tardiva. L’intera vicenda è connotata da una violenza fisica inusuale da parte degli uomini di Cosa Nostra. L’avevamo già notata nella vicenda del commerciante picchiato alla Noce. Prima bastava la semplice minaccia e l’intimidazione per convincere commercianti e imprenditori a pagare. Forse assistiamo ad una maggiore resistenza a pagare da parte delle categorie produttive. Una lettura su questo ancora da fare”.
Alla fine però gli imprenditori decidono di raccontare la loro terribile esperienza, messi anche alle strette da parte dei carabinieri del Nucleo operativo e consentono di mettere a segno il blitz che oggi ha portato all’arresto di Maurizio De Santis, titolare del Bucatino, la moglie Rita Salerno, di 43 e il figlio Giovanni 25 anni.
Con loro in manette sono finiti Francesco Centineo, 30 anni. di Palermo, Piero Umberto Centineo, 58 anni, di Altavilla Milicia, Giuseppe Pietro Flamia, 56 anni, di Bagheria e Francesco Li Candri, 37 anni, di Palermo
“Da questa indagine -ha detto Pierangelo Iannotti, comandante provinciale dei carabinieri- il dato investigativo che emerge è la capacità dei detenuti per mafia in regime ordinario di riuscire a conoscere approfonditamente i fatti che accadono nel proprio mandamrnto d’origine. E, allo stesso tempo, di riuscire ad inserirsi nella gestione degli affari della famiglia mafiosa, seppur costretti in carcere, grazie al gioco di squadra di familiari e conoscenti. In particolare tutto questo si evince per quanto riguarda l’attività svolta da Francesco Centineo, della famiglia mafiosa di Bagheria, che dal carcere, attraverso anche il padre, interviene direttamente”.
I De Santis nel gennaio del 2012 avevano rilevato il locale “La dispensa dei Monsu’”, per avviare “Il bucatino”. Pagarono 50.000 euro alla titolare ma la contrattazione era stata segnata da un episodio di violenza perchè, hanno ricostruito i carabinieri, i De Santis con due prestanome si recarono sotto casa della donna e picchiarono il suo ex compagno, rompendogli il setto nasale. Il fatto non era stato però denunciato dalle vittime.