Un unico grande coro: “Vergogna”. Così un centinaio di manifestanti che stavano inscenando un sit-in davanti la sede del Tar di Palermo hanno accolto la decisione del Tribunale amministrativo regionale di rinviare a ottobre la sentenza sul Muos l’impianto satellitare statunitense ormai quasi ultimato a Niscemi in provincia di Caltanissetta. Il presidente della sezione del Tar ha annunciato che una sentenza sarà emessa comunque entro la fine dell’anno.
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Il Tar ha chiesto all’esperto Marcello D’Amore, professore emerito presso la facoltà di Ingegneria e ordinario di elettrotecnica all’Università La Sapienza di Roma, che in audizione alle commissioni riunite Sanità e Ambiente al Senato, aveva definito il rapporto degli esperti americani “incredibilmente superficiale” di produrre ulteriore documentazione.
A stoppare la decisione dei giudici amministrativi, dunque, sono le divergenze di opinioni fra esperti. da una parte D’Amore e Massimo Zucchetti, dall’altra la valutazione dell’Us Navy e dell’Ispra, l’istituto superiore italiano per la difesa dell’ambiente. Tutto questo nel giorno della visita del Presidente degli stati Uniti Barack Obama a Roma.
All’esame dei giudici c’erano ben cinque ricorsi, tra i quali anche quello del Comune di Niscemi. Davanti a Palazzo Butera, sede del Tar, c’era anche il sindaco Francesco La Rosa: “Siamo delusi. Ci aspettavamo una sentenza positiva oggi e invece dovremo ancora aspettare. Mi spiace constatare che le altre amministrazioni comunali del comprensorio dove sorge il Muos si sono tirate fuori dalla lotta”.
Nel frattempo, però, i lavori continuano ed il Muos potrebbe presto essere operativo. Rispetto alla previsione di entrata in attività nel 2015 gli attivisti temono che possa esserci una accelerazione e dunque la sentenza arrivi ad impianti già funzionanti.
Gli attivisti No Muos non nascondono la loro delusione. L’avvocato Sebastiano Papandrea, legale del coordinamento regionale dei comitati spiega: ”il presidente della sezione ha detto che non è stata possibile la comparazione tra il rapporto del verificatore D’Amore e quello dell’Istituto superiore di sanità. Quest’ultimo avrebbe dovuto applicare il principio di precauzione, come stabilisce la legge.Infatti il rapporto dell’Istituto di fatto dice che non è certo che Muos sia un pericolo per la popolazione ma non lo esclude. Confidiamo comunque in una sentenza che accolga i ricorsi in autunno e nella mozione parlamentare pendente sull’incostiuzionilità dell’iter di concessione delle autorizzazioni. Non doveva essere la Regione Siciliana a consentire che la Marina Usa costruisse il Muos a Niscemi ma spettava al Parlamento nazionale esprimersi”.
Secondo Antonio Rampolla del comitato No Muos di Palermo e componente del coordinamento regionale dei comitati quella del Tar “è una decisione politica che aiuta la Marina militare statunitense e le permette di ultimare i lavori e procedere all’attivazione delle antenne, prevista tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015″.
La protesta degli attivisti, quindi, non si ferma e annunciano nuove proteste e nuovi cortei. Per il 25 aprile è prevista una passeggiata attorno alla base di contrada Ulmo a Niscemi. Mentre il 26 si terrà una assemblea regionale degli attivisti dei comitati No Muos. Una scelta simbolica per dire no alla militarizzazione della Sicilia.