Ormai sono due i gazebo di ristoranti e locali salvati dal Tar di Palermo e dal giudice di Pace. Ma presto saranno di più. Sono tanti i commercianti che si sono rivolti ai giudici amministrativi per mettere ordine ad una materia che sta creando non poco imbarazzo al Comune di Palermo.
“L’illogicità del modus operandi tenuto dall’amministrazione comunale nel caso in esame è talmente evidente da non meritare ulteriori commenti”, ha scritto il giudice sulla sentenza.
Adesso sono due i negozi. Il primo Lo scrigno dei sapori di piazza Principe di Camporeale di Rosa Corvaia, assistita Carmelo Belponer La Fauci, il secondo “Pizzo e Pizzo” di via XII gennaio, anche lui nella lista degli esercenti che avrebbero dovuto arrendersi alle sanzioni comminate dal Comune sulla base dell’attuale normativa e in attesa di un nuovo regolamento fermo da tempo a Sala delle Lapidi.
E invece il giudice di pace, revocando un precedente diniego, questa volta ha fermato i sigilli. Si tratta di un provvedimento temporaneo, inaudita altera pars, cioè preso senza ascoltare l’altra parte, che potrà esporre le sue ragioni in una successiva udienza.
Nel frattempo tutte le organizzazioni di categoria della città fanno fronte comune chiedendo al sindaco e all’assessore alle Attività produttive un tavolo tecnico per trovare una mediazione. Il documento sarà formalizzato e inviato oggi, ma c’è l’adesione di tutti: Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cidec.