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Lupara bianca a Villabate Individuati esecutori e mandanti

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I carabinieri coordinati dalla direzione distrettuale antimafia hanno arrestato Ignazio Fontana, 41 anni, Onofrio Morreale, di 48 anni, Michele Rubino, 54 anni, per l’omicidio di Andrea Cottone, imprenditore di Villabate, che sarebbe stato ucciso nel novembre del 2002 vittima di lupara bianca.

> I VOLTI DEGLI ARRESTATI

Sia Fontana e Morreale sono detenuti dal 25 gennaio 2005 dopo l’operazione Grande Mandamento. Rubino è finito in manette questa notte. I carabinieri sono riusciti a fare luce sull’omicidio grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia come Mario Cusimano, Stefano Lo Verso e Sergio Flamia.

Andrea Cottone il 6 settembre del 1995 era stato arrestato per associazione di tipo mafioso in quanto ritenuto capodecina della famiglia mafiosa di Villabate. Nel 1999, dopo la sua scarcerazione, aveva continuato ad essere vicino ai Montalto di Villabate.

Già in quel periodo sarebbe stata chiesta l’autorizzazione all’eliminazione ai reggenti della famiglia di Villabate, secondo gli investigatori, Biagio Picciurro e Salvatore Pitarresi (contrapposti ai Montalto) ma solo dopo il loro arresto, Bernardo Provenzano avrebbe dato il consenso all’omicidio.

Sono stati i collaboratori di giustizia a ricostruire le ultime ore di vita dell’imprenditore villabatese Andrea Cottone nel corso dell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Francesco Messineo, il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, e i sostituti procuratori Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli. Il 13 novembre del 2002 alle 12.30 la vittima venne accompagnato a bordo della propria auto al ristorante minigolf di Ficarazzi apparentemente per discutere con Onofrio Morreale su alcuni furti che si erano verificati nel territorio, alcuni furti ai danni dello stesso Cottone.

Da quel giorno si sono perse le sue tracce. La moglie presentò denuncia di scomparsa. Il 27 novembre del 2002 a Termini Imerese fu ritrovata l’autovettura parcheggiata. Secondo il racconto dei pentiti ad attendere Cottone al minigolf, c’erano anche Onofrio Morreale, Ignazio Fontana e Michele Rubino.

Il commando avrebbe dovuto eliminare anche la persona che aveva accompagnato l’imprenditore. Ma l’uomo si salvò perchè il killer si accorse che in quel momento c’era un testimone. Per Cottone non ci fu scampo: venne strangolato con una cintura e il suo corpo venne sciolto in un deposito di marmi di Bagheria.

Lo stesso pomeriggio nel mare di Aspra vennero buttati in mare anche alcuni monili che appartenevano a Cottone. Il commando prima di ucciderlo avrebbe dovuto interrogarlo per sapere se i “Montalto” avevano intenzioni di fare la guerra al gruppo contrapposto capeggiato da Nicola Mandalà. A distanza di qualche anno dall’omicidio lo stesso Onofrio Morreale avrebbe confidato: “nuatri fuammu ad affucallu”. Le ordinanze sono state emesse dal Gip Nicola Aiello.


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